Ti ho vista per anni,
amica meridiana,
segnare ogni istante
dei giorni solatii
sul frontone
dell'antico palazzo.
Hai scandito le ore,
magiche e sognanti,
della mia giovinezza
e, pure nella cupezza
dei cieli soverchiati
dai nembi, eri lì
a indicare un'epoca
fatta di speranze
e di castelli in aria.
Ora sei un po' scolorita
e spenta,
ma chi suole guardarti
può sempre alzare gli occhi
e chiedere il tuo aiuto,
orologio primevo,
immobile e inamovibile,
creato a ritmare
il passo del sole
e a sfidare l'universo
col tuo gnomone di metallo,
fiera di esistere,
depositaria del tempo.
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